La meravigliosa stagione fallimentare: un campionato eroico, rimasto nel cuore di tutti gli appassionati biancorossi e non solo. Il sesto dei protagonisti delle nostre interviste speciali, nell'ambito della rubrica dedicata a quel torneo magico, è Marco Chiosa,ex difensore del Bari, attualmente in forza all'Arezzo.

Su quella stagione: "Mi rimane quella cavalcata spettacolare e quel turbinio di emozioni, davvero indimenticabili. Siamo passati dai problemi del fallimento all'apoteosi sul campo e, infine,  la delusione cocente di Latina. Fu un'annata meravigliosa, macchiata da quel pizzico di rammarico".

Ancora su quei mesi a Bari: "Furono mesi spettacolari sul campo ma anche sugli spalti. D'altronde se ci hanno fatto un film ci sarà un motivo, è un qualcosa di irripetibile".

A proposito di quel film(quello sulla stagione fallimentare), Chiosa ci racconta un aneddoto particolare: "L'ho riguardato diverse, ma chi lo guarda più di me è mia moglie. Alcune volte la trovo sul divano, da sola, che lo guarda e ogni volta rimane stupita, come se fosse la prima volta. Questo dà la dimensione di ciò che è stato anche a chi non l'ha vissuta".

Sui ricordi più belli: "L'immagine che mi rimane è l'ultima partita col Novara, ma anche quella con il Latina, sebbene amara, fu straordinaria. Trovarsi tutte quelle persone allo stadio era un qualcosa che nessuno di noi aveva mai neanche lontanamente immaginato".

Sulla trattativa per arrivare a Bari: "Ero in ritiro con il Torino ed eravamo quasi giunti alla fine del mercato. Verso il 23-24 di agosto mi chiama il direttore Angelozzi e mi convince in pochi minuti. Un'opportunità come Bari non me la potevo lasciar scappare".

Sui compagni con cui ha legato di più: "Mi sono affezionato particolarmente a Marino Defendi. Entrambi vivevamo a Palese e andavamo spesso in macchina all'allenamento insieme. Ho legato tanto anche con Polenta, Samnick e Sabelli".

Sulla possibilità di tornare in Puglia: "Circa tre-quattro anni fa, mentre ero all'Entella, c'è stata una trattativa per tornare a Bari, mentre era in C. L'allenatore era Auteri e si mostrò interessato al mio profilo. Mi sentivo spesso, al tempo, anche con Di Cesare e Costa, che mi consigliavano caldamente di tornare. Poi, per dinamiche extra campo, non siamo riusciti a concretizzare il trasferimento".

Sul legame con Bari: "Quando posso vengo spesso nel capoluogo pugliese, anche con la mia famiglia. La cosa che mi colpisce sempre, anche a distanza di anni, è l'affetto dei baresi, che vogliono sempre salutarti, farsi una foto, offrirti qualcosa e mostrarti il proprio calore. Cose che, raramente, succedono da altre parti".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 13 dicembre 2024 alle 13:00
Autore: Armando Ruggiero
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