L’ultimo Bari ad essere grande in Serie A è stato quello guidato da Gian Piero Ventura nella stagione 2009-10. Tra i protagonisti di quella squadra c’era anche una giovane promessa che, dopo aver fatto benissimo ad Avellino, fu scelto dall’allora direttore sportivo Giorgio Perinetti, per alimentare il 4-2-4 di mister libidine. Stiamo parlando di Vladimir Koman che in quel campionato riuscì a siglare anche 2 reti. Lo abbiamo intercettato in esclusiva per TuttoBari, di seguito le sue parole.

Il suo ricordo su quel Bari: “Posso dire che tutto insieme mi ha formato un bellissimo ricordo. Spogliatoio sano e pieno di divertimenti, lo staff, i tifosi, lo stadio e i risultati positivi. Ci si sentiva benissimo in tutta la città”.

Sulla tifoseria biancorossa: “Quando giocavamo in casa, penso che abbia dato sempre quella forza in più e nel vedere la tifoseria noi sapevamo in anticipo che avremmo vinto. Gli avversari ci prendevano sul serio ed era molto difficile a battere la nostra squadra in casa”.

Il suo più bel ricordo di quell’annata: “Mi ricordo la partita in casa contro la Juventus in casa in cui abbiamo vinto 3-1. Pur non essendo entrato dalla panchina, ricordo che fu una partita di grandi emozioni. Poi mi ricordo la partita contro l’Inter del Triplete: abbiamo cominciato benissimo, poi alla fine hanno pareggiato, ma hanno sudato parecchio. Ricordo poi la partita contro Palermo in cui siamo riusciti a vincere con un gioco meraviglioso. Insomma, ne ho tantissimi ricordi e posso continuare e continuare…”.

I leader di quella squadra: “I leader erano i giocatori più esperti come Gillet, Stellini, Almirón ma posso dire anche Bonucci. Il più divertente era Allegretti, che era anche un leader. Grazie alla gente come lui si è formato uno spogliatoio sano, con il giusto rispetto tra i giovani e i più esperti”.

Dopo Bari, Koman passò alla Sampdoria dove ha avuto modo di giocare per alcuni mesi con Antonio Cassano. Questo il suo ricordo su Fantantonio: “Antonio era un fenomeno posso dire subito. Calcisticamente aveva delle idee o soluzioni che non tutti capivano. Vedeva prima cosa sarebbe successo. Tecnicamente faceva delle cose che non ho mai più visto da nessuno. Arrivava per primo e andava via per ultimo dal campo. Era un po’ passionale, forse questo è quello che lo ha un po’ frenato nella carriera. Insomma, per noi alla Samp era un fenomeno”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 27 settembre 2024 alle 19:30
Autore: Antonio Testini
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