Servirebbe la Delorean di Doc Brown. La famosa macchina del tempo. Quella che, per intenderci, nella celebre trilogia “Back to the future”, conduceva l’adolescente Marty McFly a spasso nel tempo. Ora immaginate Moreno Longo a spasso nel tempo. Il perché é semplice ed alberga nei risultati. Questo é un Bari anni ottanta, quando il pareggio era un risultato piuttosto gradito.

Dopotutto eravamo nell’epoca dei due punti, e prenderne uno quando non si riusciva a beccare l’intera posta in palio, lasciava più o meno tutti contenti. Oggi no, e i fischi del San Nicola sul finire della partita lo dimostrano ampiamente. Il segno X non è più gradito, é come una zuppa dallo stesso sapore. Alla lunga stanca anche i palati più pazienti, e i tifosi sono piuttosto stanchi di questa incredibile pareggite che ha colpito il Bari come la più fastidiosa influenza stagionale. 

Quando non si riesce a vincere in casa contro la penultima della classe, significa che la squadra é questa, che altri margini di crescita non ci sono e che i playoff rappresentano il massimo obiettivo stagionale possibile. Senza altro da aggiungere, anche perché non siamo più a inizio campionato e questo continuo pareggiare é un tratto cronico della personalità del Galletto. 

Chiusura con il gemellaggio quarantennale con la Salernitana. É stata forse l’unica cosa bella di una partita per niente bella. E abbiamo detto tutto, come diceva Peppino De Filippo al grande Totò. E, forse, ha detto tutto anche il nostro Galletto. A meno che non si metta in testa di vincere qualche partita con continuità. 

Sezione: Copertina / Data: Dom 16 marzo 2025 alle 05:15
Autore: Raffaele Garinella
vedi letture
Print