Il Bari è tornato in Serie B a quattro anni dal fallimento. Nel corso della sua ultracentenaria storia, i biancorossi hanno vissuto la cadetteria per ben 50 stagioni (tre delle quali nella seconda divisione nazionale). Continua oggi il nostro racconto che vuole far rivivere questi campionati. Dopo lo scorso episodio che trattava la stagione 1970/71,, facciamo un salto indietro nel tempo, fino alla stagione 1956/57.

Un Bari reduce dall'undicesimo posto in campionato riparte con rinnovate ambizioni. L'obiettivo stagionale è quello di ben figurare, nonostante grandi squadre che si contendono le due posizioni che valgono la Serie A. A sorpresa Capocasale, autentica bandiera biancorossa e reduce da un triennio nella sua Bari, esprime il desiderio di essere esonerato. Il tecnico lascia e passa alla Sambenedettese, ma allo stesso tempo il Comune di Bari lo premia con una medaglia d'oro per l'apprezzata collaborazione.

Al suo posto l'allora presidente Achille Tarsia Incuria sceglie Federico Allasio, che aveva già guidato i galletti nel 1950. In rosa vengono confermati i pezzi pregiati: la coppia gol Bretti-Baccalini, Mario Mazzoni, Tommaso Maestrelli, il portiere Buttarelli, Macchi, Cappa, Gariboldi, e l'attaccante Novelli. Dalla Reggiana ritorna Seghedoni, mentre dalla Fiorentina arriva Bruno Mazza. 

Come spesso accade, i galletti si dimostrano una squadra discontinua. L'esordio è promettente (2-0 con la Sambenedettese di Capocasale), ma due domeniche dopo il Verona surclassa 4-0 il Bari. Si ripete così il canovaccio dell'anno precedente, con una squadra che tra belle vittorie (2-1 al Verona capolista e poi promosso) e sconfitte cocenti, chiude così nuovamente all'undicesimo posto. Ancora una volta a sorridere sono Bretti e Baccalini, con 13 gol in due. 

Da segnalare durante l'anno il cambio della guardia tra il numero uno Tarsia Incuria e Gianfranco Brunetti, eletto il 15 novembre 1956. L'avvocato vince l’elezione proprio a favore del presidente uscente.

Sezione: News / Data: Ven 08 luglio 2022 alle 17:00
Autore: Claudio Mele
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