A.A.A cercasi? Macché, nulla di tutto questo. Le tre A rappresentano ciò che i tifosi del Bari hanno vissuto e provato sulla loro pelle e nel loro animo per tutta questa maledetta stagione. Angoscia, ansia e agitazione. Si sono sentiti continuamente oppressi dallo spirito partorito da quello stato di dubbio tormentoso e di profonda inquietudine che ha radici a Napoli. La paura, il dolore di essere considerati una specie di succursale dei partenopei. 

In psicanalisi l’angoscia rappresenta una reazione dall’allarme dell’Io di fronte a situazioni avvertite, spesso irrazionalmente, come pericolose. Spesso, non sempre e Bari é, purtroppo, l’eccezione che conferma la maledetta regola. Perché di irrazionale non c’è niente. É tutto frutto di una programmazione che si é rivelata, fatti e risultati alla mano, inefficace. La squadra ha resistito alle difficoltà come un castello di sabbia sulla spiaggia di Pane e pomodoro

Ed ecco che l’ansia, in questa situazione, viene a nozze. Sì perché trova terreno fertile nell’affannoso tormento interiore provocato dall’incertezza. Il povero spiumato Galletto ha vissuto una stagione di incertezze. Si é praticamente crogiolato nell’incertezza. Pensate a un galletto allo spiedo e immaginate il povero Bari cotto a fuoco lento sulla brace dell’incertezza alimentata dalla programmazione societaria di cui prima. 

Dulcis in fundo ecco sbucare, come conseguenza naturale, l’agitazione, ovvero l’improvvisa e duratura interruzione dello stato di quiete. Tumultuosa é stata l’anima del Galletto, sin da quella maledetta serata di giugno contro il Cagliari. Qualcuno dirà che al peggio non c’è mai fine e allora auguriamoci che da questi play out non venga fuori un’altra sconcertante A: quella dell'Apocalisse

Sezione: Il Galletto in analisi / Data: Sab 11 maggio 2024 alle 06:35
Autore: Raffaele Garinella
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