Nella trasmissione Il Bianco e il Rosso TB Sport, in diretta su RadioBari, è stato intervistato Nunzio Lella, primo marcatore di Bari-Mantova, giocatasi sabato pomeriggio e finita 2-0 per i Galletti. Queste alcune sue dichiarazioni, con in primis un ricordo di mister Mario Cardinale, suo allenatore nella Primavera biancorossa:​​​​​"Quando ero più piccolo giocavo nel Santeramo. Mister Cardinale mi vide e disse che avrei dovuto giocare con i ragazzi più grandi. Poi l'anno dopo il Bari mi ha visto e mi ha preso. Non posso fare altro che ringraziarlo perchè ha sempre creduto in me. Anche quando sono andato a Cagliari, mi ha seguito e stimolato. Si è meritato la dedica del gol".

Sulla famigerata Bari-Cagliari e le note parole di Claudio Ranieri"Abbiamo un po' scherzato, mi hanno chiesto aneddoti su quella partita, perchè noi l'avevamo preparata in un modo e loro in un'altra. Adesso gioco qui nel Bari e quindi è acqua passata. Il mister ci disse che al ritorno non avremmo dovuto fare una partita di arrembaggio, visto anche il pareggio dell'andata. La sua idea era portare la partita al 70esimo e poi vedere cosa succedeva. Il Bari aveva la pressione di salire in Serie A, noi dovevamo dare il tutto per tutto. Alla fine il mister ha messo 5 attaccanti ed è andata bene. Ha sempre mantenuto una calma glaciale nella preparazione di quella partita".

Su mister Paolo Vanoli, avuto a Venezia e Moreno Longo"Vanoli crede molto nel lavoro. La squadra che sarebbe scesa in campo doveva essere organizzata e sapere cosa fare. Lui mi ha fatto tirare fuori una certa personalità nel cercare e prendere la palla. Dentro al campo pretende tanto, ma fuori è molto schietto e ci puoi parlare serenamente. Longo? Lo paragono a lui perchè è uno che ti tira fuori qualcosa. È un condottiero che ci chiede aggressività. Contro il Mantova mi ha chiesto di riempire l'area e a me piace. Lo scorso anno mi veniva chiesto anche un po' più di palleggio"

Su Giacomo Manzari e l'intesa con Falletti: "Abbiamo fatto 8 anni insieme e quando ci siamo rivisti ci siamo abbracciati. Per me è come un fratello. Cesar invece è il classico sudamericano che trasmette molta serenità, ha un ottimo piede ed anche sul mio gol ha messo dentro un'ottima palla, calciata in un modo magnifico. Tra l'altro lui è venuto con noi direttamente a Genova, senza neanche fare la rifinitura".

Inoltre, qualche parola sull'importanza del gruppo" Ho fatto parte di grandi gruppi, che quindi fanno il 70% delle vittorie. Mi hanno accolto benissimo, come Maita che mi ha fatto conoscere un po' di persone. Da Di Cesare ricevo consigli, che da una figura importante come lui sono sempre ben accetti. Siamo un bel gruppo, che può giocare con diversi moduli, ed è un bene così il mister sceglie il più adeguato in base alla partita".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 settembre 2024 alle 22:35
Autore: Piervito Perta
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