Sono rimaste impresse le parole di mister Longo nel postpartita di Bari-Salernitana riguardanti la scarsa condizione fisica del gruppo. Dopo la spenta prestazione dei biancorossi nella gara tra gemellate, la spiegazione del tecnico si è basata principalmente sul fattore fisico, tralasciando altri temi d’interesse come la preparazione tattica e la tenuta mentale, a lungo affrontati nel resto della stagione. Agli albori della stagione, la squadra sembrava ingolfata nel suo costruire, salvo poi macinare gioco nel corso delle partite, rendendo speranzosi i tifosi. Ciò che sembrava mancare era il killer instinct in attacco, l’ultima giocata o, estendendo la questione a tutti i reparti, la gestione dei momenti. Il Bari ha lasciato per strada tantissimi punti nei secondi tempi, dimostrando di non avere ancora una mentalità solida per affrontare certe situazioni. Neppure la seconda parte di stagione ha portato i risvolti sperati. Il mercato ha rinforzato la squadra nel reparto offensivo (si vedano gli arrivi di Bonfanti, Pereiro e Maggiore) ma ha lasciato scoperto il comparto difensivo, andato più di una volta in difficoltà. E si è giunti, dunque, a questa fase finale nella quale il gioco è sembrato latitante, la tenuta mentale ancora poco affidabile e si è aggiunta una tenuta fisica in pericoloso decrescendo. Sorgono inevitabilmente degli interrogativi… Di solito a marzo le squadre si preparano per lo sprint finale e la preparazione fisica dovrebbe essere al top. Perché in questo caso è il contrario? Perché il mister non utilizza tutti il materiale a disposizione nel reparto offensivo in modo tale da averli sempre freschi? Perché non si è intervenuti in difesa (reparto, tra l’altro, con l’età media più alta)?
Sulla questione della difesa scoperta occorre anche rimarcare come si sia lasciati partire Matino che, pur con i suoi limiti tecnici, aveva sempre dimostrato un attaccamento e una dedizione ammirevoli. Sull’attacco emerge evidentemente come Longo non si fidi della trequarti da lui stesso richiesta: Falletti e Pereiro apportano poco in fase difensiva e con una squadra in difficoltà fisica avere due uomini che corrono meno all’indietro può costituire un problema in più. Ma i dubbi più grandi emergono sulla preparazione. La squadra dovrebbe essere pronta per il rettilineo finale ma la macchina sembra essere in sovraccarico. Il motore, costituito da Benali e Maita, appare in evidente difficoltà, con i sostituti non in grado di fornire le stesse certezze del duo titolare. I mancati ricambi dei due hanno portato ad un inevitabile calo di condizione, causando anche piccoli infortuni, come quello di Benali nel match contro la Salernitana.
Tirando le somme, i fattori da valutare sono tanti e una risposta univoca al rebus non può esserci. Da un lato, i mancati o inefficienti ricambi affaticano la squadra, dall’altro, la condizione fisica non sembra poter essere una scusa arrivati a metà marzo. In tutta questa situazione, emerge la sosta che, a prescindere dalle motivazioni, dovrà risultare un necessario carburante in vista dello sprint finale. Il rettilineo è vicino, tocca alla macchina arrivarci nel migliore dei modi.
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