Uno dei temi maggiormente affrontati in questi giorni, all'indomani dello scialbo pareggio con la Nocerina, è stato la questione del modulo, ossia la disposizione tattica con cui mister Torrente mette i suoi giocatori in campo. E' questione vecchia come il calcio la diatriba se è lo schema che viene scelto in basa alle caratteristiche dei giocatori o se non debbano essere invece questi a doversi adattare al modulo individuato.

Sin dal suo arrivo a Bari, Torrente ha avuto parole chiare, senza ombra di equivoco sul suo credo tattico, cioè su quel 4-3-3 che tanta fortuna gli ha portato nei suoi anni di Gubbio, portando la squadra eugubina alla doppia promozione fino alla attuale serie B. Non sta a noi stabilire quale modulo sia piu efficace, o quale si adatti meglio alle esigenze dei calciatori che il Bari ha in rosa, ma ci corre l'obbligo di precisare alcune considerazioni. Perchè Il 4-3-3 risulti efficace cioè perchè mostri appieno le sue qualità, richiede alcuni requisiti imprescindibili ai suoi interpreti. Innanzitutto necessita di una notevole mobilità dei terzini che pur avendo compiti difensivi devono avere doti di resistenza e corsa per portarsi verso il fondo del campo al fine di creare situazioni di superiorità numerica e servire gli attaccanti. Ruolo che nel nostro caso viene svolto in modo direi sufficiente da Garofalo e Crescenzi.

Il centrocampo a 3 è formato da un playmaker che copre la difesa e che ha il compito di dettare i tempi del gioco e di dialogare con le due mezzale interne che devono assumere il compito di copertura ma anche di appoggio per gli attaccanti.
Abbiamo concordato sin da subito sulla conferma di Donati, sul suo ruolo di capitano, sulla responsabilità di consegnargli le chiavi della squadra, ma sino ad ora ci ha in parte deluso, interpretando il suo ruolo con alterne fortune. Discorso a parte meritano Bogliacino e De Falco che, diciamolo chiaramente, non hanno al momento convinto appieno per motivazioni piu o meno valide e diverse.

Infine gli attaccanti, in questo tipo di modulo, hanno il compito di svariare su tutto il fronte per non dare punti di riferimento alla squadra avversaria. In particolare le due mezzale alte spesso giocano in posizione inversa rispetto al piede di gioco in modo da avorire l'accentramento dell'azione e lasciare la fascia libera per l'inserimento del terzino. Qui le note dolenti per il Bari che, alla mancanza di un centravanti di esperienza, tecnico, veloce e capace di muoversi agilmente negli spazi, unisce al momento
l'evanescenza delle due mezzali alte di ruolo presenti in rosa. De Falco e Forestieri, piu il secondo del primo, non hanno, almeno per il momento, dimostrato tutte le proprie potenzialità.

Il tutto condito da una condizione atletica inadeguata per supportare l'enorme dispendio di energie che il modulo richiede. Minore è il tasso tecnico della squadra, maggiore dovrebbe essere l'abnegazione, la capacità di corsa, la voglia di lottare e di correre su ogni pallone. Avere una precisa idea di come far giocare la squadra è sicuramente un pregio, a patto però che non si resti imprigionati dai limiti dei suoi interpreti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 22 settembre 2011 alle 13:15
Autore: Pierluigi Passaro
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