Kingsley Boateng è un attaccante italiano, a dispetto di quanto suggerirebbero nome e colore della sua pelle. E' arrivato dal Ghana nel bel paese all'età di 6 anni iniziando la sua formazione calcistica in Friuli prima dell'approdo al Milan, premio all'attivismo mostrato durante un Milan Junior Camp estivo. Fino a qualche anno fa era ritenuto fra le promesse più splendenti dell'emisfero rossonero, a segno nella finale-scudetto della squadra Allievi, arruolato nella nazionale Under 18, coccolato da Ibrahimovic e gettato prontamente nella mischia negli allenamenti della prima squadra allenata da Massimiliano Allegri.

Benedizioni e rosei piani di lancio, con annesso sciame di illustri paragoni sul suo conto, spezzati improvvisamente nella stagione 2012 da un grave infortunio occorso in allenamento: doppia lesione al legamento crociato e un anno di stop. Punto e a capo e il ritorno nella Primavera. Poi, nel passato campionato, il prestito al Catania, interlocutorio, fatto di sei presenze e tanta panchina. Boateng è emigrato così (ufficialmente a titolo definitivo) in Olanda, al Nac Breda

In realtà sul suo conto è sempre vigile l'influenza del Milan, rimasto detentore di un'opzione nemmeno troppo segreta di riacquisto e ricollocamento in caso di necessità. E' su questa appendice contrattuale che si è poggiato nelle ultime settimane l'interesse del Bari. Paparesta si è mosso in prima persona sul suo caso, avviando i contatti con l'entourage del calciatore, ben disposto ad accettare la collocazione pugliese. Un dinamismo singolare, quello del numero uno biancorosso, nato nelle segrete stanze in cui si materializzava, lontano dai flash, il gelo con Antonelli.

Un'operazione, dunque, condotta in piena autonomia forte delle segnalazioni direttamente pervenute dal club rossonero. Boateng è più di un'idea. Attaccante veloce, in grado di aggredire gli spazi anche centralmente a dispetto della sua struttura fisica modesta ma compatta. Tra i suo modelli - rivelò lo stesso Kingsley in un'intervista concessa al Corriere della Sera - Pato per movimenti e stile di gioco, ed Eto'o per comune origine africana. Un Galano più attaccante e ipoteticamente indicato per la prima linea a due di Nicola che proprio di Galano, curiosamente, potrebbe presto fare a meno.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 03 gennaio 2015 alle 21:00
Autore: Davide Giangaspero
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