Ai microfoni di Fanpage.it, la promessa mai sbocciata Stefano Beltrame ha parlato della sua carriera da giramondo. Tra le varie maglie vestite in carriera, vi è anche quella del Bari nella stagione 13/14, con un solo gol segnato contro il Novara. Qui di seguito alcuni stralci delle sue dichiarazioni. 

L'ESPERIENZA AL PERSIB - "Non è stata una scelta facile, però è da tanto che aspettavo una chiamata che non arrivava. Poi mi ha contattato il mister di questa squadra, che era molto interessato alla mia situazione. Vedeva che ero svincolato e voleva dare un'ulteriore scossa alla squadra. Non pensavo mai di arrivare fino in Indonesia. Mi piace, sto bene qua, c'è un gruppo fantastico e un calcio che non pensavo a questo livello perché si sta evolvendo molto con l'innesto di parecchi giocatori stranieri".

PROBLEMA GIOVANI IN ITALIA - "Da quando sono uscito dall'Italia sono rinato, proprio come calciatore e come uomo. Sono andato via a 22 anni, impari a crescere, maturi, fai esperienza. Per quanto riguarda i prestiti io ho un'opinione ben precisa. Ti mandano a giocare, ma se non va bene quell'annata poi ti mandano da un' altra parte e può capitare un infortunio o qualcos'altro che magari non ti aiuta. Secondo me un giocatore del vivaio sul quale tu punti tanto deve avere una possibilità. Se poi al primo errore lo mettiamo in croce diventa dura, perché magari di testa non si e ancora pronto come è normale che sia".

ATTACCHI D'ANSIA - "Ho risolto tutto con l’aiuto di uno psicologo, quindi sono riuscito a venire fuori da questa situazione. Ci soffrivo ma non ne parlavo neanche con i miei genitori, perché sono un ragazzo molto riservato e se ho qualche problema, magari sbagliando, preferisco tenermi tutto dentro piuttosto che coinvolgere altri che hanno già i loro problemi. Sono riuscito a dare la svolta e ora va molto meglio".

​​​GLI INIZI ALLA JUVENTUS - "Trovarsi in un contesto del genere è incredibile. Mi allenavo con dei giocatori clamorosi, al top mondiale: Buffon, Bonucci, Chiellini, Pirlo, Vidal, Marchisio, Pogba, Quagliarella, tanti altriEra un gruppo forte, molto unito, che ha fatto la differenza negli anni a venire. Perché poi la base della Juve, la spina dorsale, è rimasta durante quei dieci anni di fila in cui si è vinto. E poi c'era un allenatore top, perché Conte è un allenatore incredibile, capace di tirarti fuori tutto quello che hai. È stata un'esperienza bellissima".

Sezione: Gli ex / Data: Dom 11 agosto 2024 alle 15:00
Autore: Piervito Perta
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