Il passato é alle spalle. É inutile ripensare alle numerose cose che non sono andate bene così come é inutile cercare ancora un nemico da combattere. Non é il momento. Anche perché farlo adesso significherebbe emulare Don Chisciotte contro i mulini a vento. 

De Laurentiis non é un nemico. Le sue parole, anche le distanze prese saggiamente da quelle di suo padre, testimoniano la volontà di costruire - e non solo a parole - un Bari competitivo. Playoff l’obiettivo, e per raggiungerli si é affidato a un volpone come Magalini, a un gladiatore come Di Cesare, e ad un arguto razionale come Longo.

Tre moschettieri per la causa comune, quella biancorossa, che non può - e non deve - non ripartire da alcune certezze in campo. Proviamo a fare dei nomi: Vicari, Maiello, Sibilli, Maita, poi si vedrà. Giovani? Alcuni, di valore anche se la priorità - per bocca di Magalini - sarà la ricerca di calciatori funzionali. E, naturalmente - questo lo aggiungiamo noi - esperti.

Perché se la giovinezza é bella, diceva il Magnifico, un’opera d’arte di Leonardo e Michelangelo era anche intrisa d’esperienza. E allora spazio all’esperienza e a qualche giovane. Una specie di Raffaello Sanzio del mondo pallonaro. Magalini come il Verrocchio, a lui il compito di trovarli. E formarli. Per la causa biancorossa, quella del Galletto. Che nessuno a Bari vorrà più vedere spiumato o spennato come lo scorso anno. 

Sezione: Copertina / Data: Dom 23 giugno 2024 alle 09:00
Autore: Raffaele Garinella
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