Se è vero che il mercato aprirà, ufficialmente, dall'1 Luglio è anche vero che il Bari, ad oggi, ha pochissime carte in mano. O quantomeno carte concrete. I nomi rimbalzati in queste ore sono svariati, per ogni reparto. E quasi tutti naufragano in poche ore, nel grande mare del mercato. Una fastidiosa ricorrenza che l'anno scorso costò carissimo al Bari.

Chiaramente siamo ancora all'alba del mercato e dare giudizi affrettati non serve a nulla. Un certo malumore, però, inizia a serpeggiare nella piazza. Ed è difficile dare torto ai tifosi del Bari, alla luce di un passato che, purtroppo, si ripete frequentemente.
Guardando all'aspetto positivo c'è da dire che rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata, almeno nell'organigramma societario. Ora tocca al campo, ma affidarsi al trio Magalini-Di Cesare-Longo può solo che far sperare bene. Il problema è che al ritiro mancano solo dieci giorni e le operazioni in entrata dovranno essere tante, così come quelle in uscita. 

Nel calcio, poi, come nella vita, tutto è relativo. È chiaro che se si ragiona con budget ridotti e si cercano le occasioni di mercato le tempistiche sono lunghe e si tira a campare fino all'ultimo giorno di mercato, così come già accaduto. Il presidente, nella conferenza di qualche giorno fa, ha parlato di budget adeguato rispetto all'annata passata,così come in quella che verrà, ma questo non trova riscontro soprattutto alla luce del mercato poi effettivamente fatto e delle cifre, mai svelate, di Cheddira e Caprile.
Ora gli interlocutori, per il presidente, sono diversi e dovranno svolgere un ruolo da garante per la squadra che verrà e per i tifosi, in primis. E questo garante non può che essere Valerio Di Cesare, unico tratto in comune tra il primo Bari targato De Laurentiis e questo Bari giunto alla sua sesta versione.
Il mercato ha i suoi tempi questo si, ma d'altro canto non sarebbe corretto e, assolutamente deleterio, lasciare mister Longo, in ritiro, con pochi elementi e quasi tutti in esubero. Un po' quello che subí Mignani l'anno scorso e che pagò nella prima parte del campionato, venendo esautorato in maniera maleducata e vile.

Ora il Bari ha bisogno di aria fresca e di ripartire, con qualità ma anche con i modi giusti, che si erano persi nel tempo. Non guasterebbe poi la celerità. In un calcio e in un mondo iper connesso non si può pensare di procedere a passo di tartaruga. Che il passato sia da monito a tutti. Vecchi ma soprattutto ai nuovi.

Sezione: Copertina / Data: Ven 28 giugno 2024 alle 19:30
Autore: Armando Ruggiero
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