La lunga carriera di Valerio Di Cesare, capitano del Bari, è ad un punto di svolta. Il calciatore, che a maggio compirà 39 anni, dovrà scegliere al termine di questa stagione se proseguire la sua avventura con i galletti o appendere gli scarpini al fatidico chiodo. La riconquista, appena avvenuta, della serie B, per uno che ha sposato il progetto dei pugliesi tra i dilettanti, potrebbe convincerlo a proseguire.

C’è, in effetti, anche un’altra motivazione che può convincere il difensore centrale a continuare, nella stessa veste odierna, il suo cammino professionale. Il suo lungo percorso da giocatore, iniziato nelle giovanili della Lazio, proseguito con il passaggio al Chelsea agli albori del nuovo millennio, e poi con il rientro in Italia, nel 2004, e le consecutive esperienze in B con Avellino, Albinoleffe, Catanzaro, Mantova, per tre annate, per un biennio a Vicenza, e poi l’approdo al Toro, sempre tra i cadetti, nel 2010.

Qui, con i granata, dopo la promozione in massima serie del 2012, c’è, nella stagione seguente, l’unica esperienza in A finora di Di Cesare. Quella squadra, agli ordini di Giampiero Ventura, poteva contare su tanti giocatori con trascorsi biancorossi, da Gillet a Gazzi, da Barreto a Glik fino a Salvatore Masiello, Sgrigna, Meggiorini e Basha, che a Bari sarebbe arrivato qualche anno più tardi, come anche Stevanovic e Gianluca Sansone. Un organico di tutto rispetto, con gente come Rolando Bianchi, Cerci, Brighi e gli oggi interisti D’Ambrosio e Darmian.

In quel contesto, con la compagine piemontese decisa a puntare alla salvezza, Di Cesare ricoprì per tutto l’anno il ruolo di alternativa di lusso nel reparto arretrato, esordendo in massima serie in un pari a reti bianche il 26 settembre 2012 ad Udine. Stesso risultato nella sua successiva presenza nella trasferta di Palermo il 21 ottobre. Poi, per il difensore, arrivò l’opportunità di giocare, a dicembre, contro Juventus e Milan, in rapida successione, con altrettante sconfitte, ed a gennaio contro il Siena, con la prima vittoria raccolta sul campo in A da Di Cesare.

Per rivedere in campo il calciatore, poi, bisognerà aspettare fine aprile 2013, con il match di ritorno con il Milan, e la successiva gara con la Juve, ad inizio maggio. Infine, per il giocatore, due incontri da titolare, nelle ultime partite della stagione, contro Chievo e Catania, con altrettanti pareggi. La permanenza in A, per il Toro, arrivò grazie ad un sedicesimo posto in graduatoria. Per l’attuale capitano del Bari, 9 le apparizioni in campionato, ed una in Coppa Italia.

Poi, nell’estate successiva, arrivò per il giocatore il trasferimento al Brescia, tra i cadetti, per un paio d’anni, ed altrettanti a Bari, sempre in B, dal 2015 al 2017, prima del passaggio al Parma, con la doppia promozione in Emilia dalla C alla A. Nel 2018, la scelta di sposare il progetto del nuovo Bari dei De Laurentiis, traghettato in quattro anni dalla D alla B. Ora, per Di Cesare, a fine stagione il momento di decidere se tentare in biancorosso l’assalto alla A, o smettere, per trovare, magari, un posto da dirigente.  

Sezione: News / Data: Gio 07 aprile 2022 alle 15:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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