Antonio Cassano è atterrato a Bari con la maglia della Sampdoria e la sfida tra le due squadre non è stata una come tutte le altre.  Un ritorno tanto atteso, quello di fantantonio, che dopo 9 anni è tornato a calcare l’erba del San Nicola , stadio in cui con la maglia biancorossa fece uno strepitoso gol all’Inter sbeffeggiando avversari del calibro di Panucci e Blanc e regalando la vittoria insperata alla squadra della sua città.
Il Bari ha vinto meritatamente la sfida contro i blucerchiati ed ha espresso un gran bel gioco tale da offuscare con Meggiorini prima e Barreto poi il bel gol di Cassano, ma questo ormai lo hanno detto tutti i giornali.

Nel calcio spesso accade quello che nemmeno si sogna ed in questo caso tutto è filato come nessuno si immaginava o osava farlo.
L’idolo di Barivecchia, dopo essere stato osannato per lungo tempo prima della partita dai suoi ex sostenitori, trafigge i cuori biancorossi e la porta di Gillet con un magistrale colpo di tacco su perentorio assist di Guberti, altro ex della serata.
Lo stadio ammutolisce per un istante. Antonio non esulta come da prassi e si scusa con la gente che prontamente applaude a scena aperta.
Fortunatamente il gol è poi stato inutile al fine del risultato ma cosa sarebbe successo se la Sampdoria avesse vinto per 0-1 grazie a quella prodezza tanto applaudita?
Tutti i tifosi biancorossi avrebbero applaudito e gioito al gol che avrebbe sancito la vittoria della squadra avversaria.

Personalmente apprezzo e stimo tantissimo il giocatore Antonio Cassano.
Ritengo che il barese con il suo immenso talento è un piacere vederlo giocare ed inventare e ritengo altresì che farebbe molto comodo al CT Lippi per i Mondiali in Sudafrica.
Ho ammirato allo stesso modo la festa che gli è stata fatta mentre le squadre si stavano riscaldando, mi è piaciuto il suo giro di campo con la sciarpa del Bari in mano, ho gioito nel vederlo avere a cuore una città che di fatti lo sognerebbe ancora, ma non posso accettare minimamente che dopo il fischio di inizio della partita non ci sia battaglia e non si consideri un avversario da tenere d’occhio quel giocatore con la maglia blu.
Segnando, Cassano, ha dimostrato se mai ce ne fosse stato bisogno, che è un professionista serio ed ha fatto fino in fondo il suo mestiere.
Pagato da Garrone è giusto che lui segni o cerchi di farlo.
Discutibili anche se apprezzabili sono le scuse ad un pubblico che lo ama, ma inammissibili sono gli applausi dopo il suo gol lasciando la squadra biancorossa da sola.

Fortunatamente la storia della partita ha raccontato un altro epilogo e adesso siamo qui a festeggiare sia la vittoria che il gol del fuoriclasse Antonio, ma di sicuro tutto questo fire Play avrebbe fatto molto male agli undici che ogni domenica lottano per regalare gioie agli amanti del galletto.
Battendo le mani al campione apparentemente la gente sembrerebbe aver fatto un grande gesto di galanteria ma in realtà ha dimenticato per qualche istante che fantantonio è andato via da Bari per altri lidi e per altri soldi e non è più quel ragazzino che giocava nel fossato del castello Svevo ma è un atleta che gioca e si diverte per altre squadre.

Antonio alza le mani al cielo e la gente lo perdona, ma cosa avranno pensato i vari Alvarez, Gillet, Barreto, Bonucci, Masiello quando pur soccombendo per un gol a zero hanno sentito i propri tifosi applaudire l’avversario?
Antonio è grande e sempre lo resterà, ma dopo l’accoglienza iniziale andava trattato come un avversario qualunque perché a giocare per il Bari sono altri ragazzi che ogni domenica mettono il cuore e la faccia e meritano lo stesso rispetto e tributo.

Sezione: Riflessioni Biancorosse / Data: Sab 27 marzo 2010 alle 02:18
Autore: Giò Ametrano
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