Il Bari è tornato in Serie B a quattro anni dal fallimento. Nel corso della sua ultracentenaria storia, i biancorossi hanno vissuto la cadetteria per ben 50 stagioni (tre delle quali nella seconda divisione nazionale). Continua oggi il nostro racconto che vuole far rivivere questi campionati. Dopo lo scorso episodio che trattava la stagione 1956/57, facciamo un salto indietro nel tempo, fino alla stagione 1941/42.
Il Bari è reduce dalla retrocessione dell'anno precedente dalla Serie A. L'annata si apre con le dimissioni del presidente Pasquale Ranieri e viene nominato al suo posto il Cavalier Giuseppe Santoro. Il tecnico Luigi Ferrero lascia il capoluogo per andare a Pescara e così, come spesso accade nella storia barese, si punta su un cavallo di ritorno: András Kuttik.
Il magiaro aveva già guidato i biancorossi nel biennio dal 1934 al 1936, quando era subentrato a Koenig e aveva guidato i galletti alla promozione in A. Con l'ungherese l'allora dirigenza, con direttore sportivo un'altra bandiera come Raffaele Costantino, vuole dare un chiaro segnale su quelle che saranno le ambizioni del club.
Nella sessione di calciomercato bisogna fare però i conti con la guerra. Molti dei calciatori sono chiamati al fronte o alla leva militare. La squadra viene così in parte rivoluzionata. In attacco arrivano Amerigo Menutti e Raúl Mezzadra, dal Livorno torna Raffaele Mancini e dal Molfetta Gianmarco, mentre dall'Imolese arriva Patuelli. Confermati il portiere Costagliola, gli attaccanti Trevisan, Maestrelli e Fabbri, il centrocampista Orlando, i difensori Carlini, Fusco e De Boni.
Il campionato inizia con una sconfitta fuori casa contro il Padova (4-2) e poi prosegue con una serie positiva di 14 giornate consecutive, composta di 10 vittorie e 4 pareggi e chiusa dalla sconfitta 3-1 di Pisa, alla penultima gara di andata. Il Bari torna a vincere, 2-0 in casa, contro la Reggiana e dopo il pari a reti bianche, sempre tra le mura amiche con il Padova (nella prima gara di ritorno), Kuttik viene chiamato dal Torino (in A) e lascia la formazione pugliese al secondo posto in classifica dietro il Vicenza (un punto di distanza).
Sulla panchina sede provvisoriamente il direttore sportivo Raffaele Costantino, che viene sostituito immediatamente dopo il 2-0 subito a Pescara dalla squadra dell'ex tecnico Ferrero. Il Bari sceglie allora un altro ungherese: Stanislao Klein, allenatore della Pro Patria con cui era a metà classifica. Con Klein, il Bari riprende la propria marcia vincente con un ciclo positivo intervallato dalla sconfitta esterna 2-1, inferta dall'Udinese. Fondamentale in tal senso il successo nello scontro diretto col Vicenza al Della Vittoria il 10 maggio 1942. I biancorossi vincono 2-1, grazie alla doppietta di Fabbri (miglior marcatore a fine campionato). I galletti così festeggiano l'aritmetica promozione in A e il primo posto in classifica dopo aver pareggiato 2-2 l'incontro interno con il Pisa nella penultima giornata di campionato. Un evento, però, oscurato dalla Seconda Guerra Mondiale in corso di svolgimento.
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