La meravigliosa stagione fallimentare: un campionato eroico, rimasto nel cuore di tutti gli appassionati biancorossi e non solo. Il secondo dei protagonisti delle nostre interviste speciali, nell'ambito della rubrica dedicata a quel torneo magico, è Edgar Cani, la cui storia si intreccia con Bari sin dai primi anni di vita. Infatti, dopo essere nato in Albania, è arrivato in Italia e più precisamente nel capoluogo pugliese, con la famiglia. Ecco le sue parole su quella particolare annata.
Su Bari: "È una città e una squadra che mi evoca tantissimi ricordi. Sono arrivato a gennaio 2014, non trovando sin da subito spazio. All'inizio il modulo non mi avvantaggiava, essendo io una punta pura ed essendo già presente in rosa Joao Silva. Dalla trasferta di Carpi, con l'esperimento di Joao Silva sulla fascia e io al centro dell'attacco siamo riusciti a trovare un certo equilibrio. Ed io ho trovato quella titolarità che è proseguita fino alla fine della stagione, con Joao che rendeva splendidamente anche sulla fascia".
Sulla stagione e sulla società: "Mi è capitato di giocare in società allo sbando, ma mai in una squadra che ogni giorno rischiava di fallire. Questa situazione ci impauriva e al contempo ci stimolava, facendoci trovare quell'alchimia che poi è proseguita fino alla fine della stagione. Passare dal deserto dei primi tempi allo stadio esaurito è stato un qualcosa di incredibile e mai più rivisto in carriera".
Sulla trattativa che l'ha portato a Bari: "La storia è curiosa. Ero a Milano per firmare con una società con il mio procuratore. Proprio in quegli attimi Angelozzi e Doronzo chiamano il mio agente e gli dicono qualcosa al cellulare. Lui mi ferma e mi fa entrare nel box del Bari. Ci vogliono pochi minuti per convincermi e per firmare con i biancorossi, una decisione che ha stravolto i miei piani e la mia carriera, in senso positivo".
Sulla situazione post meravigliosa stagione fallimentare ci dice: "La mia volontà era quella di rimanere a Bari, ma ero di proprietà del Catania. Paparesta fece un'offerta economica importante per farmi tornare in Puglia e la mia volontà era quella di ritornare, ma il direttore del Catania si impuntò e disse che voleva trattenermi perché la stagione dopo sarei stato titolare".
Sui suoi compagni di squadra: "Quell'anno mi impressionò Galano, che letteralmente esplose. In quel contesto le sue qualità vennero fuori e si mise in mostra, risultando il capocannoniere del Bari. Per le potenzialità che aveva meritava molto di più".
Sul suo presente: "Dopo l'esperienza a Crema sono attualmente svincolato e in attesa di una chiamata".
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