Lo sguardo era buono anche se il viso, forse per via della conformazione e del mento pronunciato, appariva severo.  Ma era un’illusione perché Gaetano Salvemini da Molfetta, una vita in provincia di Reggio Emilia, era buono come il pane. 

Quella bontà la trasmetteva ai suoi calciatori, tutti, nessuno escluso. E tutti, nessuno escluso, lo hanno amato con l’affetto che un figlio rivolge ad un secondo padre. Ecco cos’è stato Gaetano Salvemini per i suoi calciatori: un secondo padre. 

A Bari é stato più di un allenatore. La conquista della Serie A, la Mitropa Cup, le vittorie del 1990/91 su Milan e Juventus, solo per ricordare alcune tappe che condussero a una meravigliosa salvezza accompagnata da calcio champagnino e ricco di bollicine che nessuno mai potrà dimenticare. 

E poi, inaspettata, la retrocessione del 1991/92 in cui Salvemini ebbe poche responsabilità. Probabilmente con lui fino in fondo il Galletto si sarebbe salvato. O forse no, il calcio non ha sempre risposte a tutte le domande. Una ce l’abbiamo: Gaetano Salvemini, il mister, il secondo padre per tanti calciatori, il gentiluomo, ci mancherà. 

Sezione: Amarcord / Data: Mer 11 settembre 2024 alle 07:00
Autore: Raffaele Garinella
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