La (sportivamente) tragica notte del San Nicola è stata per tutti i biancorossi, in campo e sugli spalti, un dramma emotivo e sportivo. Dal legno di Folorunsho al gol di Pavoletti a tempo scaduto, nella tempesta perfetta abbattutasi sull’Astronave a restare impressa e a colpire nel profondo è l’espressione disperata di Mignani.

Dalle porte del paradiso al baratro dell’inferno, il tecnico ha sperimentato a sue spese la crudeltà che talvolta questo meraviglioso sport cela in sè. Eppure, la disperazione non ha ceduto alla rabbia e Mignani, con un aplomb invidiabile e da gentleman autentico, ha tenuto alta la testa e non ha risparmiato i complimenti agli avversari ed al collega Ranieri.

Con la stessa signorilità, il Bari ed i suoi tifosi dovrebbero a lui volgersi - citando De Andrè - con pietà che non cede al rancore. Le sconfitte fanno male, delusioni come questa sono sportivamente devastanti, eppure non va buttato o dimenticato ciò che di buono è stato fatto.

Mignani, alla sua prima stagione in cadetteria, ha condotto una neopromossa dalle modeste ambizioni della vigilia ad un passo da un traguardo che la città aspetta ormai da oltre un decennio. Bisognerà ripartire da ciò, dalla squadra che ha saputo stupire e talvolta incantare, dalle scelte azzeccate e migliorare dove possibile per riprovarci ancora alla prossima occasione. Il dolore sia uno sprono a dare ancora il massimo, affinché la prossima volta le lacrime siano di pura gioia.

Sezione: Copertina / Data: Mar 13 giugno 2023 alle 13:00
Autore: Gerardo D’Agostino
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