Pareggite acuta. Il Bari di Moreno Longo ricorda, con i dovuti termini di paragone, la prima Inter di Roberto Mancini. Quella che, per intenderci, nella stagione 2004/05, vent’anni fa, collezionava pareggi in serie. C’é pareggio e pareggio, lo diciamo - e scriviamo - da tempo. Questo con la Carrarese lascia parecchio amaro in bocca. Massimo rispetto per i toscani di Calabro, usciti nel turno precedente con un sontuoso tris al Cittadella, ma in casa, al San Nicola, si doveva vincere. 

Niente alibi. Non servono. Non possono esserlo le assenze di Favilli e Falletti. L’attacco biancorosso spara a salve, ma non vogliamo assolutamente puntare il dito contro i singoli. É la fase offensiva, nella sua complessità, a non essere completamente convincente. Eppure questo Bari dà comunque la sensazione di essere un cigno pronto a spiccare il volo. Non siamo noi eccessivamente ottimisti, ne tantomeno inguaribili romantici, ma é la crescita che, nonostante le difficoltà, continua ad esserci. E allora dalla pareggite acuta si può guarire. Come? Con un pizzico di cinismo, un po’ di sana cattiveria e maggiore convinzione. Si può dare di più, cantavano Umbero Tozzi, Enrico Ruggeri e Gianni Morandi. Si può dare dí più con la benedizione di Moreno Longo. 

Sezione: Copertina / Data: Mer 30 ottobre 2024 alle 16:00
Autore: Raffaele Garinella
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