Al 'Picco' di La Spezia, il Bari non crolla, ma non decolla. Il quarto pareggio consecutivo per i biancorossi impone qualche riflessione. La sensazione è quella di una squadra che non riesce a dare coerenza a quel che accade in campo, tra un atteggiamento positivo e una finalizzazione latente. Rivediamo quindi quanto accaduto ieri sera, cercando di pervenire ad una conclusione.

L'avversario aveva tutte le credenziali per mettere in difficoltà i Galletti. La squadra di Luca D'Angelo era ed è tutt'ora la seconda forza del campionato, pericolosissima sui calci piazzati (croce del Bari nelle prime giornate) e colma di giocatori di gran qualità. Già dai primi minuti, si era capito il canovaccio tattico del match: padroni di casa all'attacco, ospiti in trincea, nella speranza che qualche pallone perso o recuperato potesse trasformarsi in invitante contropiede. Una strategia forse speculativa e poco 'estetica' quella pensata da mister Longo, ma che se ben messa in atto sarebbe potuta risultare efficace. Ed al triplice fischio di Arena, infatti, i gol della squadra ligure risultano 0. Al di là dei legni di Pio Esposito e di Reca e di una zuccata di Colak ben respinta da Radunovic ad inizio ripresa, il portiere serbo si è sporcato poi i guanti in altre poche circostanze. A tratti, le Aquile sono apparse anche imprecise nella gestione palla nelle zone grigie di campo, sintomo di come i baresi abbiano molto ben attuato la fase difensiva.

Poi però, c'è da confrontarsi con la metà campo avversaria, in cui di conclusioni ne sono arrivate solo 4, per giunta nessuna verso lo specchio della porta o dentro l'area di rigore. Abbastanza nullo è stato il contributo dei vari giocatori in fase offensiva, e soprattutto Lasagna e Novakovich (oltre che Favilli) non sono stati forieri di occasioni. C'è comunque una punta di rammarico, in quella circostanza in chiusura di primo tempo, quando l'ariete americano ha preferito andare da solo verso la porta di Gori, mal sfruttando il due contro uno creatosi e non servendo il partner italiano solo a centro area. Una chance che anche lo stesso Longo ha definito come "l'occasione più grossa della partita".

Alla fine della fiera, è stata un lotta che conferma la validità e la serietà della squadra, che però ultimamente vede la porta avversaria come una buca da golf. Citando Machiavelli, il fine giustifica i mezzi; il fine era uscire indenni, a costo di sporcarsi e soffrire, e così è stato. Ciò che adesso conta è affrontare le prossime gare in maniera differente, rispettando la Carrarese e la Reggiana, ma con la consapevolezza che si può (e si deve) dare di più.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 26 ottobre 2024 alle 16:00
Autore: Piervito Perta
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