Caro Gianluca, noi, come tanti della nostra generazione, seguiamo il Bari da quando eravamo bambini. Alcuni di noi tentavano di entrare gratis in curva o ai distinti dello stadio della vittoria, altri andavano in tribuna con papà, e i più fortunati riuscivano addirittura a fare i raccattapalle… ma in qualche modo siamo stati comunque sempre tutti vicini alla nostra squadra per quasi quaranta anni. Io tutte le possibili variabili le ho vissute da vicino, passando dagli otto anni con mio padre nella tribuna “numerata” dello stadio della vittoria, alla curva nord dell’adolescenza con sciarpa in vita e stivali a punta, poi alla tribuna est del San Nicola (più consona ad una persona “adulta e seria” come me…ahahaha) fino alla chiusura del cerchio, con il ritorno in curva nord, a cantare con gioia per 90 minuti insieme agli amici e a mio figlio.
In tutto questo tempo, pur non avendo raccolto grandi soddisfazioni, ho avuto il grande privilegio di condividere la mia passione con tanta gente, e per questo ti scrivo. Voglio essere certo che tu possa comprendere quello che accade fra la gente che compone il “folle” pubblico barese. Mai come in quest’ultimo anno, attorno alla nostra città e alla nostra squadra, si è creata una vera e propria forza “magica”, una sorta di impennata di orgoglio e di amore dei baresi, che ha reso la nostra squadra l’espressione di questo amore incondizionato. Si, perché il pubblico di Bari non è fatto di ragazzi che “giocano" a fare gli Ultras, e neanche di persone appassionate di calcio (quelle che seguono le cosiddette “strisciate”). Il pubblico di Bari è fatto di innamorati, si è proprio questo il termine più appropriato INNAMORATI. Innamorati che pensano sempre alla squadra e la difendono sempre e comunque, nei corridoi del tribunale come nei bar di periferia o nelle aule delle scuole.. innamorati che sono sommersi da mille problemi ma affidano a questo amore la loro voglia di rivalsa… innamorati che non hanno un centesimo, ma chiedono un finanziamento per comprare l’abbonamento o i soldi in prestito per il biglietto, innamorati che fanno centinaia di chilometri e sacrificano qualsiasi altra cosa per questo amore… innamorati che anche a 40 anni piangono quando si sentono traditi. Questo grande valore è rimasto sopito per decenni, ma è esploso in maniera dirompente quando il padre padrone è andato via, lasciando posto al principe azzurro, e gli innamorati sono finalmente tornati a gridare il loro amore. Ma ho compreso che quello che recita una delle canzoni che noi cantiamo “…tanto non capirai…” è purtroppo vero. Molti non possono capire. Non possono capire quello che ora sta accadendo, non possono capire perchè in tanti la scorsa notte non sono riusciti a dormire, non possono capire quello che ieri sera si leggeva negli occhi di tanti uomini, non possono capire cosa prova un bambino che ha sacrificato il suo salvadanaio per comprare la maglietta del suo eroe, nel vederlo passeggiare in campo per tutta la partita, non possono capire le lacrime di tanti ieri sera, alla fine della partita, con i giocatori sommersi di fischi. Io mi auguro che tu, caro Gianluca, sia fra quelli che invece possano capire, perché questi innamorati non dobbiamo perderli, perché i bambini che piangono siamo stati noi e tanti altri dopo di noi, ma adesso è arrivato il momento di renderli felici. Con affetto.

Paolo Fulco

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Sezione: Lettera del Tifoso / Data: Mar 11 novembre 2014 alle 22:00
Autore: Redazione TuttoBari
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